La famiglia, quale rappresentata nella Carta Costituzionale, è la formazione sociale fondata sul matrimonio, nella quale si esplicano rapporti fra uomo e donna.
Attuali esperienze mostrano la tendenza ad instaurare analoghi rapporti al di fuori del matrimonio, come i rapporti di convivenza o di unione civile (e quindi fra persone dello stesso sesso), che hanno avuto una prima tutela nella L. 76 del 2016 8c.d. “Cirinnà”).
Possiamo quindi parlare di una famiglia “costituzionale” fondata sul matrimonio nella quale, peraltro, rispetto al modello tradizionale, si sono verificati significativi spostamenti sia sul piano concettuale che sul piano del concreto atteggiarsi.
L’elemento economico-patrimoniale e l’elemento affettivo giocano ciascuno un proprio ruolo ed il primo, quello economico-patrimoniale, ha assunto connotati di particolare complessità, dipendenti non solo dalla complessità intrinseca dei rapporti patrimoniali generali della società; infatti hanno un ruolo importante sia il possibile scioglimento del rapporto matrimoniale, sia il sovrapporsi di più e diversi rapporti uomo-donna o interpersonali.
Possiamo quindi parlare anche di una “famiglia” impostata non sul matrimonio ma come formazione sociale che diviene comunque momento di raccolta di affetti e di risorse, queste ultime ridistribuite internamente, sia per finalità solidaristiche sia per finalità tipiche della famiglia costituzionale.
Di fronte alla diversa e più complessa richiesta di soluzioni per instaurare il medesimo rapporto, appare sempre più rigida la tipizzazione degli interessi familiari, con limitazioni dell’autonomia privata; comunque, all’interno della famiglia “costituzionale” si avverte sempre più la necessità di nuovi strumenti che consentano di realizzare interessi tipizzati ma con strumenti ulteriori rispetto a quelli predisposti dall’ordinamento.
È in questa fase che può esplicarsi l’attività di consulenza di un professionista specializzato.